Por barco

Al menos hasta fines del Ochocientos, los armadores italianos efectuaron el transporte de los emigrantes con una flota obsoleta de veleros que fueron, con razón, llamados “las naves de Lázaro”. El viaje que, todavía en los primeros años del siglo pasado, podía durar hasta un mes se cumplía en condiciones de vida hoy inimaginables. La situación peor era aquella de los alojamientos.

Las literas, todas en la parte baja de la nave, se asomaban al corredor que, cuando más, recibían aire solamente de las escotillas. En ellas faltaba literalmente espacio vital. Por consiguiente, a la mañana, cualesquiera fuesen las condiciones atmosféricas, todos estaban obligados a transferirse a los puentes: las enfermedades – pulmonares e intestinales especialmente – estaban a la orden del día y también la mortalidad era alta.

Con la construcción en los años Veinte de las grandes naves de crucero, que transportaban todavía gran número de emigranes, la duración del viaje y las condiciones de vida a bordo mejoraron sensiblemente.

Los primeros viajes transoceánicos

Quando negli ultimi decenni dell'Ottocento si intensificarono le partenze per le Americhe il viaggio per nave durava anche più di un mese e si svolgeva in condizioni pietose. Infatti, fino all'approvazione della legge 31 gennaio 1901, non esisteva una disciplina degli aspetti sanitari dell'emigrazione e, ancora nel 1900, la situazione del trasporto navale degli emigranti era così sintetizzata da un medico:"L'igiene e la pulizia sono costantemente in contrasto con la speculazione. Manca lo spazio, manca l'aria". Le cuccette degli emigranti venivano ricavate in due o tre corridoi e ricevevano aria per lo più attraverso i boccaporti. L'altezza minima dei corridoi andava da un metro e sessanta centimetri per il primo, partendo dall'alto, a un metro e novanta per il secondo. Nei dormitori così allestiti era frequente l'insorgere di malattie, specialmente bronchiali e dell'apparato respiratorio. Per sottolineare la mancanza delle più elementari norme igieniche si può fare riferimento al problema della conservazione dell'acqua potabile che veniva tenuta in casse di ferro rivestite di cemento. A causa del rollio della nave il cemento tendeva a sgretolarsi intorbidando l'acqua che, venuta a contatto con il ferro ossidato, assumeva un colore rosso e veniva consumata così dagli emigranti non essendo previsti distillatori a bordo. Il cibo, a prescindere dalla impossibilità per gli emigranti, analfabeti o comunque non in grado di avere compiuta conoscenza della normativa alimentare, veniva preparato seguendo una serie di alternanze costanti tra giorni "grassi" e "magri", giorni del "caffé" e giorni del "riso". Inoltre, a seconda della prevalenza a bordo di settentrionali o di meridionali, si preparavano pasti a base di riso o di pasta (maccheroni). Dal punto di vista dietetico la razione viveri giornaliera risultava sufficientemente ricca di elementi proteici e comunque superiore per quantità e qualità al tipo di alimentazione abituale dell'emigrante. En realidad...

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